State sorseggiando il vostro calice di Prosecco Conegliano Valdobbiadone DOCG (mi raccomando non dimenticatevi nessuno dei termini della denominazione) quando, nell’ebrezza del sorso, vi accorgete che in etichetta appare una dicitura aggiuntiva… ”Rive”.
In questi casi sedetevi e concentratevi ancor di più su ciò che avete nel bicchiere, poichè state bevendo uno tra i migliori “prosecchi” in circolazione.
L’Unità Geografica Aggiuntiva “Rive” (potete anche chiamarla CRU, in modo maggiormente evocativo), viene associata a quei vini prodotti nei vigneti posti ai fianchi delle colline del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene. In queste zone, chiamate appunto “rive” in dialetto veneto, le pendenze si fanno molto importanti e la viticoltura è quasi interamente effettuata a mano, vista la difficoltà di accesso alle viti da parte dei mezzi meccanici.
Ad oggi sono 43 le “rive” ammesse dal disciplinare: solo i vigneti ubicati nei territori più impervi possono fregiarsi di questo CRU, che arricchisce il racconto di un vino che è tra le eccellenze italiane nel mondo.
Per approfondire:
• Modifica al disciplinare del Prosecco – Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
• Conrsorzio di tutela del Prosecco di Valdobbiadene DOCG