Se si pensa alla Campania vinicola non si può non pensare, immediatamente, al grande rosso DOCG simbolo dell’eccellenza regionale: il Taurasi.
Vino che prende il nome non dal vitigno principale con il quale viene prodotto, l’Aglianico, ma dall’omonimo comune della provincia di Avellino, cuore della produzione di questo straordinario vino.
“Ager Taurasinus” (Campi Taurasini) era denominata la porzione di territorio tra Avellino e Benevento in cui si insediò e visse la tribù di origine nordica dei Taurasini, il cui animale condottiero era, appunto, il toro.
Si legge nel Disciplinare
Nel XIX secolo l’attività vitivinicola dell’intera provincia, con una produzione superiore a un milione di ettolitri largamente esportati, e dell’area del TAURASI, sono l’asse economico portante dell’economia agricola degli anni e del tessuto sociale tanto da portare alla costruzione della prima strada ferrata d’Irpinia, da lì a poco chiamata propriamente “ferrovia del vino”, che collegava i migliori e maggiori centri di produzione vinicola delle Colline del Sabato e del Calore direttamente con i maggiori mercati italiani ed europei. In particolare nell’area di produzione, ancora oggi, sono presenti le stazioni di: Taurasi, Lapio.
Il Taurasi è stato riconosciuto vino DOCG con il DM 11.03.1993 (G.U. 72 – 27.03.1993) ed è stato il primo vino DOCG della Campania. Nel disciplinare è previsto l’uso prevalente del vitigno Aglianico (85% minimo) ed un invecchiamento minimo di tre anni, di cui uno in botte di legno, per la versione base e di quattro anni, di cui 18 mesi in botte di legno, per la versione “riserva”.
La sua natura è di un vino di corpo, tannico ma con eleganza, caldo e persistente. La sua struttura e soprattutto l’abbondanza di composti polifenolici regalano a questo vino una buonissima longevità, rendendolo adatto a lunghi invecchiamenti.
Le caratteristiche del vino esaltano sicuramente le preparazioni di terra della cucina campana, in particolar modo quella dell’entroterra: carni rosse selvatiche come il cinghiale o dal gusto deciso come agnello e capretto, con preparazioni succulente o cottura al forno e alla brace. Ma anche primi tradizionali come il ragù napoletano, fatto con i diversi tagli di carne e cucinato per ore a fuoco lento.
Disciplinare di produzione (sito Ministero delle Politiche Agricole e Forestali)
Dal novembre 2020 il disciplinare è stato modificato, eliminando la dicitura “rosso”, ormai scontata vista la notorietà del vitigno Aglianico e della sua bacca rossa. É, inoltre, stata inserita la possibilità di indicare la vigna, aprendo anche il Taurasi (come per altre prestigiose DOCG italiane) la possibilità di specificare i vari CRU, rendendo maggiormente prezioso e riconoscibile il vino ed il lavoro dei produttori.