Struttura ed eleganza: sono questi i due tratti principali del vitigno Aglianico, principe del sud Italia.
Le declinazioni di questo vino, di probabile origine ellenica, sono molteplici. Qualcuno ha azzardato una probabile somiglianza genetica (non solo una consonanza) con l’Ansonico, vitigno molto diffuso in Italia (maggiormente conosciuto nella sua versione sicilia, l’Inzolia).
Resta, comunque, una splendida realtà del sud Italia che si esprime al meglio nelle versioni DOCG del Taurasi (Campania, Irpinia), Vulture Superiore (Basilicata) e Taburno (Campania – beneventano).
La struttura del vino ottenuto da uve Aglianico è notevole e garantisce vini rossi capaci di sopportare lunghi invecchiamenti. In cantina può essere lavorato in diversi modi, conservando comunque la sua identità di un vino elegante, di corpo, caldo e strutturato.
Tra gli enoappassionati viene definito, a nostro parere con giusta ragione, “il Barolo del Sud”. Purtoppo, come spesso capita per la viticoltura del Sud Italia, non si riesce a fare sistema e ad imporsi sul mercato locale ed estero, soprattutto sotto il profilo del marketing. Sarebbe bello un giorno poter identificare il Barolo come “l’Aglianico del Nord”.
L’ Aglianico del Vulture, nello specifico, è sovente associato a poeta latino Orazio Il poeta, ricorda nelle sue opere la sua infanzia trascorsa nella città di Venosia (al tempo Venusia) e la bontà dei suoi vini Spesso e volentieri, nel suo vissuto nella città di Roma, decanterà le virtù del nettare degli Dei.
Di Orazio il celebre verso “nunc est bibendum, nunc pede libero pulsanda tellus” (Odi, I, 37, 1) detto molto popolare nei brindisi celebrativi di un successo.
Per approfondimenti
• Aglianica Wine Festival
• Consorzio di tutela Aglianico del Vulture
• Consorzio di tutela dei vini del Sannio