Come spesso accade, nel mondo del vino, non esistono verità assolute. La ricerca storico/scientifica ci regala, giorno per giorno, nuove scoperte ed è difficile proclamare verità assolute sapendo di poter essere smentiti un minuto dopo.
Sul Syrah, vitigno alloctono che trova in Italia grande diffusione, ci sono diversi punti di curiosità, in primis il nome.
Questo vitigno (su questo c’è una certa unanimità tra gli studiosi) fu importato dal Medio Oriente, dove fu domesticata la Vitis Vinifera già nel 4000 a.C.
Sulla natura del nome, invece, c’è un dibattito abbastanza aperto: Shiraz come una città dell’Iran, Syrah come Siracusa, porto siciliano in cui gli egiziani sbarcarono con il vino tanto gradito alla regina Cleopatra. Più probabilmente, secondo studi più approfonditi, deriverebbe dalla valle del Rodano (Francia).
Lasciando il dibattito a più autorevoli esperti, possiamo comunque affermare senza timore di smentita che oggi Syrah e Shiraz sono, spesso, usati come sinonimi identificando la stessa tipologia di vino.
In Italia la Sicilia è sicuramente la regione con coltivazione più estesa di Syrah: utilizzato nella DOC Sicilia, in purezza o in uvaggio con il Nero d’Avola, rappresenta una percentuale molto alta del totale delle vigne isolante (oltre il 4%, dato 2019). Molto diffuso anche in altre regioni italiane, tra cui il Lazio, la Toscana e il Piemonte.
Spesso è utilizzato per la produzione di vini Super Tuscan, ovvero di quei vini toscani che utilizzano vitigni internazionali (Cabernet, Merlot, Syrah) al posto dei vitigni tradizionali delle DOCG locali. Nel mondo trova coltivazione estensiva in Sud Africa, Australia e (ovviamente) in California.
Tra gli altri sinonimi:
• Syrah
• Shiraz
• Sirac
• Marsanne noir
• Sirac de l’Ermitage