
In tempo di Coronavirus, parliamo di fillossera
Sono giorni di quarantena, assistiamo imperterriti e un filo impotenti all'avanzare del Coronavirus (Covid-19) in Europa e nel mondo. Ci rendiamo conto, sempre più, di quanto il nostro sistema "mondo" sia sempre troppo impreparato a gestire eventi calamitosi. Siamo preparatissimi (forse) ad una guerra nucleare; siamo in pericoloso ritardo (economicamente e culturalmente) con i rimedi per un pericolo di natura batteriologica.
Bill Gates a proposito diceva
Se qualcosa ucciderà 10 milioni di persone, nei prossimi decenni, è più probabile che sia un virus altamente contagioso piuttosto che una guerra. Non missili, ma microbi.
E ancora
In parte il motivo è che abbiamo investito cifre enormi in deterrerenti nucleari. Ma abbiamo investito pochissimo in un sistema che possa fermare un’epidemia. Non siamo pronti per la prossima epidemia.
Clicca qui per vedere il video integrale del talk di Bill Gates (2015)
Tutto questo preambolo per entrare nel clima di paura, misto a stupore, che aggredito due secoli fa i viticoltori del mondo, quando videro le loro vigne infestate da un oggetto misterioso: non era un virus, aveva dimensioni ben maggiori ed una potenza devastante: era la Fillossera.
Un piccolo afide, un insettucolo vorace e devastante, attaccò e devastò le vigne di mezzo mondo: migliaia di varietà di vite furono letteralmente cancellate dalla faccia della terra. Un disastro epocale.
Sopravvissero alla fillossera solo alcuni vigneti: quelli impiantati ad un cera altura (le escursioni termiche potevano ammazzare l’afide); quelli impiantati su terreni sabbiosi (nella rena l’insetto non riusciva a muoversi agevolmente, finendo per crepare); quelli in cui vi erano copiosi ristagni d’acqua (in cui la fillossera, praticamente, finiva per annegare).
Tre tipologie di vigneti, dunque, sopravvissero in maniera naturale a questa sciagura. Per tutto il resto fu sperimentato, con successo, un innesto su vite americana (alcuni tipi di questa vite si dimostrarono resistenti all’attacco della fillossera): vite americana impiantata in terra e vite europea nella parte aerea: con questo stratagemma tecnico, a suo tempo, vennero conservate viti e vitigni che altrimenti sarebbero stati destinati all’oblio.
La fillossera, ancora oggi, esiste in natura e non è meno pericolosa di due secoli fa. Oggi la maggior parte dei vigneti in Italia è innestato. Per i vitigni costruiti nelle condizioni di cui sopra (altura, terreni sabbiosi o con ristagni d’acqua) parliamo di viti e vitigni a piede franco.
Dove cercare vini da viti a “piede franco”
Il dibattito tra gli esperti è aperto: i vini da viti a piede franco sono migliori di quelli da vite innestata? Non entriamo (per ora) nella discussione, volendo lasciare ai lettori le considerazioni del caso. Possiamo indicarvi, tuttavia, alcune zone geografiche dove andare a ricercare vini con questa caratteristica:
- Terreni sabbiosi: vini di Sardegna e Sicilia (Carignano del Sulcis, Malvasia di Bosa)
- Terreni vulcanici: vini di Sicilia e Campania (Denominazion Etna, Vesuvio, Campi Fegrei)
- Terreni in altura: vini della Valle D’Aosta e del Trentino (Priè Blanc su tutti)
Naturalmente l’elenco non si esaurisce qui. Lasciamo a voi il piacere della scoperta!
Per approfondimenti: