Il Cabernet Sauvignon è, secondo i dati ufficiali OIV (clicca qui per approfondire), il secondo vitigno al mondo per ettari coltivati (il primo è il Kyoho, misconosciuto in Europa ma molto diffuso in Cina, che produce però uve da tavola).
Questo vitigno di origini francesi (bordolesi per l’esattezza) sembrerebbe essere nato dall’incrocio spontaneo di Cabernet Franc e Sauvignon (da qui il nome). Più che un fratello minore, come comunemente considerato in virtù della diversa produttività mondiale, potremmo individuare nel Cabernet Franc il padre del Cabernet Sauvignon. E, in quanto padre, approfondire la conoscenza di un vitigno di grande storia, che produce un vino troppo spesso sottovalutato.
In Italia assistiamo, come trend generale, alla sperimentazione di impianti di vitigni internazionali con discreto successo: tra questi anche il Cabernet Franc, coltivato (tra le altre regioni) con successo in Friuli Venezia Giulia, Toscana e Puglia.
Ricordiamo, come tratto saliente, il suo utilizzo nella produzione di vino con taglio bordolese e i Super Tuscan, ma anche la sua vinificazione con percentuali dell’85% nella DOC Castel del Monte Cabernet o del 95% nel Friuli Grave Cabernet DOC nel .Se in etichetta ritrovassimo la sola dicitura Cabernet, con ogni probabilità, si tratterebbe di un Cabernet Franc o di un uvaggio tra Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon.
Come riconoscere, al naso, un Cabernet Franc? Ovviamente dal caratteristico odore di peperone, dovuto alla massiccia presenza di pirazine nell’uva (lo stesso aroma si ritrova nel Sauvignon Blanc).
Qualche link per approfondire:
• Vitigni alloctoni su Agraria.org
• Cabernet Franc su Winefolly
• Consorzio vini del Friuli
• Disciplianare di produzione Castel del Monte Cabernet DOC