Borgo Laudato si’: Leone XIV inaugura il vigneto sostenibile voluto da Papa Francesco
| Redazione
A Castel Gandolfo è stato inaugurato da Leone XIV il Borgo Laudato si’, progetto nato su 55 ettari delle ex Ville Pontificie. Cuore dell’iniziativa è il vigneto inclusivo e sostenibile, fortemente voluto da Papa Francesco come esempio concreto di ecologia integrale e di un nuovo rapporto tra uomo e natura.
L’inaugurazione con Leone XIV
L’apertura ufficiale del vigneto ha visto la benedizione di Leone XIV, il quale ha ricordato che:
“Siamo creature tra le creature, e non creatori.”
Un messaggio che ha ribadito la dimensione spirituale del progetto, oltre al suo valore scientifico e agricolo.
Il vigneto della sostenibilità
Il vigneto è stato realizzato in collaborazione con l’Università di Udine, l’Istituto di Genomica Applicata e i Vivai Cooperativi Rauscedo. Sono state piantate 14 varietà di viti accuratamente selezionate per la loro resistenza alle principali malattie come peronospora e oidio. Grazie a queste nuove varietà, i trattamenti chimici si riducono al minimo con benefici per l’ambiente e la salute dei lavoratori.
Una sinergia di esperti internazionali
Il progetto si avvale di una rete di esperti di rilevanza internazionale riuniti nella Commissio de Fructu Vineae. Tra i membri figurano: Enrico Peterlunger, Roberto Zironi, Francesca Vimercati, Luigi Moio, Laurent Torregrosa, Antonio Dionisio Morata Barrado, Hans R. Schulz e la nota critica Jancis Robinson.
Grazie alla loro collaborazione interdisciplinare, il vigneto diventa un modello che unisce tradizione vinicola, innovazione scientifica e rispetto dell’ambiente.
Il discorso di Papa Francesco
Durante il discorso del 19 settembre 2024 ai membri del Centro di Alta Formazione Laudato si’, Papa Francesco aveva delineato la nascita del Borgo come laboratorio concreto di ecologia integrale. “Questa vigna – spiegò – vuole porsi come sintesi di tradizione e innovazione, un marchio di fabbrica del Borgo. È importante non rimanere nella media, perché dalla media si va alla mediocrità. Sempre puntare all’eccellenza”. Francesco sottolineò inoltre l’importanza del lavoro agricolo come occasione di impiego e di relazioni nuove e feconde tra l’uomo e il creato.
“Questa vigna vuole porsi come una sintesi di tradizione e innovazione, un marchio di fabbrica del Borgo. È importante non rimanere nella media, perché dalla media si va alla mediocrità. Sempre puntare all’eccellenza.”
Il Santo Padre ricordò inoltre come l’impiego intensivo di manodopera avesse lo scopo di promuovere relazioni buone e feconde tra l’umanità e il creato, affinché la vigna fosse davvero un segno di comunione e custodia della terra.
L'espianto della vigna donata a Benedetto XVI
Nel 2020, proprio all'interno della Villa Pontificia di Castel Gandolfo, venne espiantata la "Vigna del Signore", donata a Papa Benedetto XVI in memoria della citazione evangelica con cui saluto il mondo all'inizio del suo Pontificato: "sono un umile lavoratore nella vigna del Signore".
Un vino come segno di comunione
Dalla vigna nascerà un vino pensato come segno di comunione nella diversità. Grazie alla varietà delle uve si potrà produrre un vino di qualità, espressione di ricerca, comunità e responsabilità ecologica. Un esempio tangibile di come lo sviluppo sostenibile possa coniugare rispetto della natura, valore sociale e cultura della cura.
Cosa sono i vitigni resistenti PIWI
I vitigni resistenti PIWI sono varietà di vite ottenute tramite incroci naturali tra specie diverse di Vitis, selezionate per la loro elevata resistenza alle malattie fungine più comuni, come peronospora e oidio. Il termine PIWI deriva dal tedesco pilzwiderstandfähig, che significa letteralmente “resistenti ai funghi”.
Questi vitigni permettono una significativa riduzione dell’uso di pesticidi e pesticidi chimici, rendendo la viticoltura più sostenibile e rispettosa dell’ambiente. I vini prodotti con uve PIWI presentano profili aromatici distintivi e rappresentano una frontiera innovativa nella produzione vinicola.
La selezione di queste viti avviene tramite metodi tradizionali di incrocio e selezione naturale, senza ricorrere a modifiche genetiche artificiali.